Maria Giovanna Oggero: la tua Assistente Virtuale

Devi scegliere la tua assistente virtuale? 5 parole che ti possono aiutare a conoscermi.

Passione, collaborazione, confronto, trasparenza e determinazione: questi i valori in cui mi rifletto.

Se stai leggendo quest’articolo è probabile che tu sappia già che cos’è e che cosa fa un’assistente virtuale (se così non fosse questo il mio primissimo articolo: Assistente virtuale, questa sconosciuta), ma è altrettanto probabile che tu ti stia chiedendo come sceglierla o quale sia quella giusta per te.

Se hai voglia di conoscermi, in questo articolo mi racconto, in modo che tu possa capire chi sono e se i miei valori siano anche i tuoi.

Sono passati due anni dal giorno in cui sono diventata assistente virtuale e posso affermare di essere una lavoratrice serena e soddisfatta.

Lo dico perché in tempi in cui l’insoddisfazione professionale dilaga, in cui si corre senza fermarsi, questo traguardo ha rappresentato per me un momento di crescita personale, prima ancora che professionale.

Perché ritengo che restare fedele a se stessi può aiutare a raggiungere risultati migliori?

Locke definisce come “soddisfazione lavorativa”:

“Uno stato emotivo piacevole che risulta dalla valutazione che il proprio lavoro facilita o permette di raggiungere i propri valori lavorativi. Diversamente, l’insoddisfazione lavorativa è uno stato emotivo spiacevole risultante dalla valutazione che il proprio lavoro frustra o blocca il raggiungimento dei propri valori”.

Sono convinta che essere soddisfatti del proprio lavoro sia fondamentale per il proprio benessere personale. Diversamente, quando non lo siamo, trovo coerente e doveroso, cercare un nuovo lavoro o una nuova realtà lavorativa capace di farci rimanere fedeli a noi stessi e alle nostre propensioni.

Prova a pensare all’etimologia stessa del termine “lavoro”: trova la sue radici nella parola “labor” che significa appunto fatica, sforzo, pena… una parola che può farci pensare al lavoro solo in termini di sofferenza, patimento o più ancora come restrizione della libertà personale.

Fortunatamente con il passare del tempo l’ago della bilancia si è spostato più verso l’uomo e le sue esigenze e il lavoro viene oggi sempre più percepito come un diritto, un investimento, come creatività e soddisfazione soprattutto personale.

In questo senso diventare assistente virtuale ha significato fare una scelta lavorativa che ha cambiato la mia vita, dando inizio ad un percorso di valorizzazione personale e di maturità, che ha coinvolto poi tutti gli altri aspetti della vita stessa.

Le 5 parole che mi rendono soddisfatta nel mio lavoro

Poco tempo fa ho avuto la possibilità e il piacere di parlare di questo mio percorso, durante la video-intervista che mi ha fatto Mary Tommaso, pioniera di questa attività e della libertà di lavorare da remoto.

Nel prepararmi ho potuto riflettere a fondo e l’intento di questo articolo è appunto quello di spiegare perché, dopo due anni di lavoro, il restare fedeli a se stessi, possa rappresentare oggi l’arma vincente per fare la differenza in ambito lavorativo.

In tal senso è stato fondamentale individuare i valori in cui mi rifletto e attraverso i quali essere riconosciuta. Mi sono, cioè chiesta, che cosa volevo che i miei clienti, ma anche colleghi e collaboratori, percepissero e potessero trovare entrando nel mio “ufficio virtuale”, come farli cioè sentire a proprio agio condividendo valori simili a:

  1. passione
  2. collaborazione
  3. confronto
  4. trasparenza
  5. determinazione

Questo è il mio modo di lavorare, il mio atteggiamento mentale per dare concretezza al lavoro di ogni giorno, la mia visione d’insieme e la direzione che sto seguendo. Questo è il mio modo di essere assistente virtuale, queste le ragioni per cui dovresti e potresti scegliere me.

  • Passione

“L’unico modo di fare un buon lavoro è amare quello che fai” – Steve Jobs

Per quanto la varietà dei servizi che offro sia abbastanza ampia, la scelta alla base che ho fatto, ha implicato distinguere tra ciò che amo fare e ciò che non desta un mio particolare interesse.

Sono convinta che amare ciò che si fa sia la garanzia prima, insieme alla preparazione costante, per fare bene il lavoro che mi viene affidato o delegato.

Investo il mio tempo lavorativo nel fare cose che amo e nello specializzarmi, approfondendo, tutti gli aspetti che lo riguardano. Questo mi consente di trovare le risposte e di affrontare con serenità i naturali e normali imprevisti che sono legati al fare quotidiano.

  • Collaborazione

“Da soli si va veloci, ma insieme si va lontano” – Filippo Clerici

Il lavoro di assistente virtuale è vario e poliedrico; esserlo ti rende il destinatario privilegiato di domande continue da parte dei clienti, il punto di riferimento per molti dei loro dubbi.

Per quanto una assistente virtuale abbia una preparazione ampia che coinvolge diversi aspetti del web, la collaborazione con altri professionisti e altri colleghi mi ha aiutato spesso a trovare la giusta risposta alle esigenze dei miei clienti.

Spesso con la collaborazione ne è nato nel tempo un rapporto di fiducia e sono diventata una consulente: non solo “fare”, ma anche consigliare, cominciando a delegare a mia volta.

Saper collaborare non solo mi ha consentito di ampliare la gamma dei servizi che posso offrire, ma di instaurare rapporti unici e arricchenti: un plus per tutte le parti coinvolte.

  • Confronto

“Amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita intera” – Oscar Wilde

Dalla collaborazione nasce il confronto. Lo ritengo fondamentale in ogni ambito della propria esistenza e in ambito professionale lo sento come un passaggio doveroso. Il confronto, infatti, implica mettersi in dubbio e arricchire il proprio punto di vista.

Lavorando da remoto si è soli; anche per questo ho cercato di assecondare questa mia predisposizione personale, confrontandomi in modo mirato e costruttivo con altre colleghe e colleghi, oltre che con le persone con cui normalmente mi relaziono.

Una delle cose che maggiormente amo di questa professione è l’unicità che ogni assistente virtuale rappresenta. Dalle collaborazioni e dal confronto con altre AV, sono emersi mondi variegati e tutti irripetibili, umanamente ma anche professionalmente, e questo è un valore aggiunto straordinario che non va sottovalutato.

  • Trasparenza

“Una mancanza di trasparenza si traduce in sfiducia e un profondo senso di insicurezza” – Dalai Lama

Cosa mi rende unica? Il mio background professionale unito ai valori che mi rappresentano. L’immagine chiara e trasparente che desidero si associ al mio lavoro.

Considero la trasparenza come un sinonimo di chiarezza e autenticità, di pubblicità di me stessa.

Ho scelto la professione di assistente virtuale anche per la possibilità che offre di esprimere le proprie potenzialità e capacità, e mi sembra logico e coerente presentarsi ai propri clienti nella maniera più autentica e chiara possibile.

  • Determinazione

“La vera sfida non sta nell’intraprendere un cammino, ma nel proseguire sulla strada scelta” – Maria Giovanna Oggero

Infine cito me stessa, con umiltà ma anche con rispetto per il cammino fatto in questi due anni e che sto proseguendo.

Nell’intervista parlo sorridendo di un momento di “rara illuminazione”, ma che, a pensarci bene, riesce a sintetizzare ciò che sono e desidero continuare ad essere: fedele a me stessa e alla scelta fatta.

Essere assistente virtuale non è semplice: come per ogni imprenditore, ogni giorno non è uguale all’altro, le competenze richieste sono tante e le sfide giornaliere da superare altrettanto impegnative.

Qual è la maggior difficoltà che ho incontrato nel mio percorso? 

Nessuna in particolare… tutte le difficoltà quotidiane.

Fare fronte a un imprevisto, saper accettare il diniego di un cliente con cui avremmo voluto collaborare, risolvere un problema, superare un proprio limite, affrontare carichi di lavoro eccessivi e le preoccupazioni per quando sembra essercene poco…

Come ho affronto queste difficolta?

Occupandomene! Cioè facendovi fronte, cercando di restare presente e lucida, razionalizzando ma al contempo continuando a divertirmi, ricordando perché ho scelto di fare questo lavoro che mi piace e che voglio continuare a fare.

Essere assistente virtuale mi ha consentito di allontanarmi da un mondo che non sentivo più appartenermi, per rientravi a modo mio, con passione, determinazione, spirito collaborativo e confronto costruttivo.

Queste le ragioni spiegate e raccontate per cui potrei essere la tua assistente virtuale.

“La felicità non è un punto di arrivo, ma un modo di viaggiare” – Margaret Lee Runbeck