Il cambiamento è la tematica, forse, centrale nella società antropica di tutti i tempi.
È il termine con cui è possibile riassumere, attraverso gli strumenti culturali dell’uomo, i concetti di Storia, Umanità, Mondo.
Il “divenire”, così teorizzato da Eraclito con la sua definizione di “panta rei” (tutto scorre), caratterizza l’andamento dell’Esistenza stessa, è insito dell’essere soggetti al tempo.
A partire dal Bing Bang tutto ciò che conosciamo, e non conosciamo, e la materia con cui siamo fatti, è in continua mutazione, una continua evoluzione della quale ancora oggi (e chissà per quanto tempo ancora) non riusciamo a comprendere il perché; possiamo solo analizzarla, teorizzarla, poetizzarla e guardarla andare avanti… sempre.
L’unico elemento che contraddistingue le varie epoche che laTerra ha visto susseguirsi è costituito dalla velocità con cui il cambiamento si è attuato, influenzato e non dal fattore antropico. La velocità con cui l’uomo si è evoluto espandendo le sue radici su questo mondo.
Mai come l’Era attuale si caratterizza da una velocità disarmante del cambiamento e dalla volontà di esasperarlo, in tutte le sue forme.
La società odierna è fortemente caratterizzata da una nuova connotazione del cambiamento.
Esso non è più soltanto un’ambizione verso la quale elevarsi, ma anche una routine da cui non ci si riesce a divincolare.
Appare evidente che, come ogni sfaccettatura dell’animo umano, anche questo tema è colmo di contraddizioni.
Il divenire è un’esigenza, una chimera, un’utopia per chi sogna una vita migliore, per chi ambisce alla perfezione. Ma il divenire è anche una camicia di forza, una catena che ci connette tutti e ci costringe a seguire una folle corsa verso quello che ci viene propinato come “progresso”. Peccato che oggi questo termine coincida sempre meno col miglioramento del benessere dell’uomo e dell’ambiente in cui vive.
Nell’ambito dell’Arte, unico strumento attraverso cui l’uomo può lasciare traccia di sé sulla Terra, sono ridotti ai minimi termini i tentativi di comprensione di queste gravi problematiche. I baluardi di luce, di risoluzione e di miglioramento sono sempre meno e spesso intralciati da gran parte del pensiero collettivo, assuefatto dai capisaldi che gli sono stati imposti.
Si pensi all’Architettura che da anni si occupa di rigenerazione e valorizzazione dei patrimoni esistenti, attraversando però l’indifferenza generale, forse il più grave e radicato tarlo dell’umanità. I falsi valori e la corsa al “avant-garde” appannano queste cogenti tematiche con il loro potente velo di superficialità, con opere innovative, in gran parte dei casi spacciate come tali solo per mettere insieme altro cemento e acciaio capace solo di aumentare il nostro stesso inquinamento, di costare e di gravare quindi sul benessere collettivo.
Ma come anticipato, siamo di fronte ad una contraddizione. Il concetto di cambiamento rappresenta anche positività.
Citando gli esperti di business e di marketing, il cambiamento costituisce la base del miglioramento professionale. In ambito lavorativo infatti il cambiamento è minato da negatività intrinseche legate all’incertezza di abbandonare una strada conosciuta, nonostante non sia più remunerativa, ma è nel contempo l’aspetto più positivo e conveniente da intraprendere. Il cambiamento rappresenta l’accantonamento delle proprie paure, per affrontare e sperimentare, rinnovare e migliorare. Alcune teorie dell’economica asseriscono in effetti che è meglio un fallimento successivo al muoversi, ad aver cambiato strada, piuttosto che fallire restando fermi.
Il cambiamento significa anche e soprattutto libertà.
È da sempre il simbolo della rinascita, della novità, il simbolo dell’abbandonare un modo di vivere per intraprendere una nuova esistenza. Il simbolo del viaggio, inteso dome ricerca interiore di un nuovo “io”.
La libertà di specchiare il nostro “io” all’interno di un’altra persona. La libertà nel risvegliare sentimenti sopiti nei confronti della persona che si ama, oppure nel trovare la forza di amare nuovamente qualcun altro.
In un classico della cinematografia d’animazione si diceva “il cambiamento è sempre positivo”, sintesi di quanto già teorizzato in anni di filosofia, che si traduce nel migliore dei modi nell’unico sentimento, dopo la paura, capace di muovere davvero l’esistenza: l’amore.
Il cambiamento è anche e soprattutto questo, l’anello di congiunzione tra i due sentimenti che ci rendono tutti uguali e uniti, nonostante tutto.
Trevor